L’arte della scultura unita alla botanica
Manipolando e piegando rami di piccoli alberi si possono creare delle vere e proprie opere d’arte…
Alla base dell’ arbo-scultura vi sono le tecniche utilizzate per i bonsai.
Ma la cosa più sorprendente e straordinaria è il fatto che crescendo gli alberi non alterano l’elaborazione artistica realizzata nella fase di creazione.
In pratica opere d’arte che crescono: “sculture cinetiche”, opere in movimento, ottenute plasmando i rami, formando intrecci e reticoli che progrediscono e mutano con la crescita e le stagioni.
Veri capolavori in questo senso sono le arbo-sculture dell’americano Richard Reames e il tedesco Konstantin Kirsch. Altrettanto artisti di questa arte sono i giardinieri inglesi Peter Cook e Becky Northey.
Axel Erlandson agricoltore svedese-californiano, è stato il primo a sperimentare quest’arte e ancora oggi è riconosciuto come il “padre” dell’arbo- scultura moderna, anche se non è il primo che si cimentò in quest’attività, pare che già nel XVI secolo, gli alberi venivano utilizzati per creare scenografie particolari.
Sculture in movimento
Le piante, infatti, pur non avendo muscoli si muovono. I loro movimenti avvengono però con modalità diverse dalle nostre. Le foglie del girasole che seguono la luce, i fiori che sbocciano e le “ganasce” delle piante carnivore che si chiudono, infatti, si muovono perché queste piante utilizzano l’acqua presente nei tessuti per gonfiare le cellule del picciolo, la porzione alla base delle foglie o dei fiori, che quindi tende a spostare la foglia in direzione opposta al rigonfiamento.
Tra le piante più veloci ci sono alcune specie carnivore, come la drosera, e la Mimosa pudica, che chiude le foglioline in risposta a uno stimolo esterno, come il tocco di un animale o un innalzamento della temperatura.